domenica 5 ottobre 2008
lunedì 14 aprile 2008
"Donami mille baci,
poi altri cento,
poi altri mille,
poi ancora altri cento,
poi di seguito mille,
poi di nuovo altri cento.
Quando poi ne avremo dati migliaia,
confonderemo le somme,
per non sapere,
e perché nessun malvagio ci invidi,
sapendo che esiste un dono cosí grande di baci."
poi altri cento,
poi altri mille,
poi ancora altri cento,
poi di seguito mille,
poi di nuovo altri cento.
Quando poi ne avremo dati migliaia,
confonderemo le somme,
per non sapere,
e perché nessun malvagio ci invidi,
sapendo che esiste un dono cosí grande di baci."
(Catullo)
domenica 6 aprile 2008
Fate ritorno a voi stessi
Il quesito di questa sera è: siamo veramente ciò che siamo, o siamo soltanto ciò che ci dicono che siamo?
Molte persone cercano di farci diventare ciò che vogliono, magari dopo un po' ci arrendiamo e concludiamo che forse è questo ciò che viene chiamato "adattamento". Niente di più sbagliato!
Secondo il mio modesto parere quello che conta nella vita è essere se stessi, presentarsi per ciò che siamo. Il segreto è quello di tornare alla spontaneità iniziale, quella di un bambino che dice ciò che prova e pensa, ma allo stesso tempo si adatta facilmente a ciò che provano e pensano gli altri. Solo quando riconosceremo l'importanza di noi stessi, quando comprenderemo che tutte le cose provengono da noi, solo allora potremmo dare agli altri.
La società ci insegna che essere adulti significa essere indipendenti e non aver bisogno di nessuno. Ecco perchè stiamo tutti morendo di solitudine. Invece è meraviglioso sapere che gli altri hanno bisogno di noi, ed è altrettanto splendido poter dire a qualcuno: "Ho bisogno".
Quindi il messaggio che vorrei che passasse è: fate ritorno a voi stessi. E se mi permette un cosiglio fatelo attraverso l'amore. Una delle tante cose che ho imparato grazie al mio "compagno di avventura" è che forse proprio l'amore è il processo attraverso il quale vieni dolcemente ricondotto a te stesso. Non a ciò che vogliono che tu sia, ma a ciò che sei.
Molte persone cercano di farci diventare ciò che vogliono, magari dopo un po' ci arrendiamo e concludiamo che forse è questo ciò che viene chiamato "adattamento". Niente di più sbagliato!
Secondo il mio modesto parere quello che conta nella vita è essere se stessi, presentarsi per ciò che siamo. Il segreto è quello di tornare alla spontaneità iniziale, quella di un bambino che dice ciò che prova e pensa, ma allo stesso tempo si adatta facilmente a ciò che provano e pensano gli altri. Solo quando riconosceremo l'importanza di noi stessi, quando comprenderemo che tutte le cose provengono da noi, solo allora potremmo dare agli altri.
La società ci insegna che essere adulti significa essere indipendenti e non aver bisogno di nessuno. Ecco perchè stiamo tutti morendo di solitudine. Invece è meraviglioso sapere che gli altri hanno bisogno di noi, ed è altrettanto splendido poter dire a qualcuno: "Ho bisogno".
Quindi il messaggio che vorrei che passasse è: fate ritorno a voi stessi. E se mi permette un cosiglio fatelo attraverso l'amore. Una delle tante cose che ho imparato grazie al mio "compagno di avventura" è che forse proprio l'amore è il processo attraverso il quale vieni dolcemente ricondotto a te stesso. Non a ciò che vogliono che tu sia, ma a ciò che sei.
sabato 29 marzo 2008
"Elettra, ricordati che di anoressia si muore"
Scusate l'incipit un po' crudo, ma sono state proprio queste parole che mi hanno riportato in carreggiata. Ormai è passato qualche anno, ma dopo alcuni discorsi fatti con gli amici mi sono riaffiorati molti ricordi e mi son detta: perchè non condividerli, magari potrebbero aiutare qualcuno nel momento del bisogno.
Lei non ti chiede il permesso, entra subdolamente nella tua vita e in poco tempo ti trovi risucchia nella sua spirale infernale. Il cibo era diventato la mia ossessione, lui era il mio nemico da distruggere. Come in una vera guerra il digiuno (o quasi) era la mia vittoria, ciò che mi rendeva piena d'orgoglio. Non mi accorgevo che Lei mi stava cambiando, la mia anima si stava dissolvendo e il mio corpo la seguiva diventando sempre più invisibile. Non vivevo più, avevo completamente perso la consapevolezza del mio corpo. Avrei voluto chiedere aiuto, ma Lei mi aveva allontanato da tutti, così urlavo di dolore, rimanendo in silenzio. Lei non è un semplice disturbo dell'alimentazione, la definire piuttosto "la malattia dell'amore", in cui il corpo si fa teatro dell' anima.
BASTA! Volevo tornare a vivere e mai più lasciarmi vivere, volevo tornare ad emozionarmi di fronte a un tramonto o ad un semplice sorriso. Mi sono ribellata e alla fine ho vinto, ho vinto la mia battaglia contro di Lei, ma soprattutto contro quella me che non mi apparteneva. Aver sconfitto l'anoressia ancora oggi mi riempie di orgoglio, difatti il messaggio che vorrebbe passare da questi miei pensieri è che di anoressia ci si ammala, ma si riesce anche a guarire. Ricordate che il vostro aspetto non conta, perchè sarà sempre abitato dai vostri pensieri; la perfezione non esiste, saranno i vostri difetti che vi renderanno unici e speciali agli occhi degli altri.
Vi lascio con consiglio: se lo specchio mente ai vostri occhi, acoltate il vostro cuore...
Scusate l'incipit un po' crudo, ma sono state proprio queste parole che mi hanno riportato in carreggiata. Ormai è passato qualche anno, ma dopo alcuni discorsi fatti con gli amici mi sono riaffiorati molti ricordi e mi son detta: perchè non condividerli, magari potrebbero aiutare qualcuno nel momento del bisogno.
Lei non ti chiede il permesso, entra subdolamente nella tua vita e in poco tempo ti trovi risucchia nella sua spirale infernale. Il cibo era diventato la mia ossessione, lui era il mio nemico da distruggere. Come in una vera guerra il digiuno (o quasi) era la mia vittoria, ciò che mi rendeva piena d'orgoglio. Non mi accorgevo che Lei mi stava cambiando, la mia anima si stava dissolvendo e il mio corpo la seguiva diventando sempre più invisibile. Non vivevo più, avevo completamente perso la consapevolezza del mio corpo. Avrei voluto chiedere aiuto, ma Lei mi aveva allontanato da tutti, così urlavo di dolore, rimanendo in silenzio. Lei non è un semplice disturbo dell'alimentazione, la definire piuttosto "la malattia dell'amore", in cui il corpo si fa teatro dell' anima.
BASTA! Volevo tornare a vivere e mai più lasciarmi vivere, volevo tornare ad emozionarmi di fronte a un tramonto o ad un semplice sorriso. Mi sono ribellata e alla fine ho vinto, ho vinto la mia battaglia contro di Lei, ma soprattutto contro quella me che non mi apparteneva. Aver sconfitto l'anoressia ancora oggi mi riempie di orgoglio, difatti il messaggio che vorrebbe passare da questi miei pensieri è che di anoressia ci si ammala, ma si riesce anche a guarire. Ricordate che il vostro aspetto non conta, perchè sarà sempre abitato dai vostri pensieri; la perfezione non esiste, saranno i vostri difetti che vi renderanno unici e speciali agli occhi degli altri.
Vi lascio con consiglio: se lo specchio mente ai vostri occhi, acoltate il vostro cuore...
giovedì 13 marzo 2008
"C'è nessuno...?"
Eccomi qua... ritardataria come sempre, ma grazie all'aiuto di fedeli amici, ce l'ho fatta anche io! Questa nuova esperienza "bloggiana" da una parte mi elettrizza (a ben vedere del mio nome) dall'altra mi spaventa. Ogni volta che premo un tasto su questa benedetta tastiera sento una vocina sotto sotto che mi ripete: "Occhio Ele, tutto quello che scrivi sarà di dominio pubblico!". Spero che andando avanti mi lascerò andare e che ciò che scriverò risulterà interessante o perlomeno divertente. Sapete non vorrei ritrovarmi sola nei meandri del mio blog, gridando, come l'assillante particella di sodio, "C'è nessuno...?" Quindi non fate i preziosi, e venitemi a trovare ogni tanto!
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